I recenti avvenimenti geopolitici hanno messo in discussione il modello di globalizzazione che tutti conosciamo: la forte instabilità di questi anni ha determinato uno scenario in cui ciascuna nazione porta avanti un proprio progetto economico e strategico, scegliendo di volta in volta opportune alleanze. Tutto questo in un contesto sociale ed ambientale di una criticità senza precedenti: innumerevoli conflitti ed interessi mirati all’egemonia dei flussi commerciali e al predominio sullo sfruttamento delle risorse investono il cuore del Mediterraneo e l’Europa stessa. Si tratta evidentemente di uno scenario che mira a stabilire nuove geografie economiche predominanti.
Per sottolineare l’ampiezza degli interessi e la mappa territoriale coinvolta potremmo parlare di “mediterraneo esteso”, in quanto oggi il mediterraneo rappresenta tutto il pianeta dal punto di vista delle risorse culturali, sociali ed economico-commerciali. Come afferma Maurizio Molinari nel suo recente libro sul conflitto mediterraneo “tre potenze globali, una dozzina di medie potenze in competizione e cinque conflitti in corso fanno del Mediterraneo il cuore strategico del pianeta” (Molinari, 2023).
In questo quadro il mercato europeo, pur nelle difficoltà che caratterizzano il quadro generale, appare una certezza per il nostro sistema delle imprese: con i suoi obiettivi di economia sociale ed ambientale e il fatto di costituire il maggiore blocco commerciale al mondo affronta la sfida, in un’epoca caratterizzata da crisi permanenti, di puntare ad un’economia e ad un benessere sostenibili. Nella relazione di previsione strategica 2023 “Sostenibilità e benessere dei cittadini come fulcro dell’autonomia strategica aperta dell’Europa” la Commissione Europea individuava chiaramente i suoi obiettivi di fronte ad uno scenario caratterizzato da forti contrapposizioni geopolitiche; uno scenario che ancora non includeva le vicende più recenti mirate a governare gli accessi alle vie commerciali del mediterraneo e alle risorse indispensabili per poter attuare le strategie europee. Queste ultime vedono come ostacolo principale il rischio di restrizioni ai flussi degli scambi e degli approvvigionamenti delle materie prime (si pensi soprattutto alle batterie, ai microchip). Le politiche europee, in tal senso, dovranno mirare a ricercare catene di approvvigionamento resilienti sia dal punto di vista sociopolitico che ambientale.
Fondamentali saranno in tal senso, come sottolinea il documento stesso, i cambiamenti nei comportamenti e nei consumi da parte delle singole persone così come centrale sarà la responsabilità delle imprese.
La centralità del mercato unico europeo è strategica per le imprese del Made in Italy che, dopo la pandemia, stanno affrontando una realtà completamente mutata ed in continua evoluzione che potrebbe mettere in discussione rapporti industriali e commerciali consolidati e l’approvvigionamento di materie prime in tutti i settori produttivi. Uno strumento importante per l’autonomia strategica del mercato unico è costituito dalle norme europee che non solo garantiscono parità di condizioni alle imprese ma consentono di affrontare le sfide ambientali e sociali e di ridurre le dipendenze che possono condizionare l’andamento economico generale.
L’High Level Forum on European Standardisation, organismo formato da esperti provenienti da tutti gli stati membri, svolge un ruolo centrale nella determinazione delle nuove normazioni tecniche in supporto alle strategie volte alla resilienza del mercato unico. La consultazione europea ha recentemente stabilito le priorità del programma di normazione per il 2024 che risultano essere:
- Cybersecurity requirements
- Hydrogen technologies
- Charging infrastructure for electric vehicles
- Critical Raw Materials
- EU-trusted data framework
- Digital Product Passport
Come si può commentare, emerge da tali scelte prioritarie una direzione forte verso le necessarie transizioni ambientale e digitale (scelte già ribadite nei documenti degli anni precedenti), ma soprattutto verso la riduzione delle dipendenze energetiche e delle materie prime.
Dal punto di vista ambientale le imprese italiane rappresentano un’eccellenza in Europa e nel mondo: negli ultimi 5 anni circa 510.000 imprese hanno investito nella green economy, generando più posti di lavoro e innovando maggiormente, pur nella piccola dimensione (Rapporto GreenItaly 2023 – Fondazione Symbola e Unioncamere). Inoltre si assiste ad un incremento nell’ impiego delle materie prime seconde rispetto alle materie prime: secondo Eurostat, in Italia la percentuale di riciclo dei rifiuti totali ha raggiunto nel 2020 l’83,4%, dato superiore a quello di tutte le grandi economie europee. Nonostante questi dati positivi, senza dubbio il sistema delle imprese del Made in Italy dovrà affrontare sfide e responsabilità che incideranno sull’organizzazione e sui costi di produzione rispetto agli adeguamenti necessari al quadro normativo in continua evoluzione. Infatti, se le misure adottate dalla Comunità Europea mirano alla resilienza della nostra economia interna e alla doppia transizione ambientale e digitale, molti oneri ricadranno sulle nostre imprese che, al momento, non trovano all’esterno un sistema consolidato di servizi ed infrastrutture di sostegno.
Da questo punto di vista è necessario ripensare i nostri sistemi produttivi in modo collaborativo, puntando all’accesso alle nuove tecnologie e a servizi in filiera, allo scopo di aderire alle nuove normative tecniche europee che presuppongono il tracciamento dei prodotti e la responsabilità diretta del produttore dal punto di vista ambientale.
Sulla base di tale necessità il Piano Nazionale della Ricerca (PNR) 21-27 prevede, per il Made in Italy, un capitolo di misure intitolato Restart in Italy che mira a forti azioni di tipo sistemico, in relazione alla complessità dei rapporti tra filiere e delle relazioni che queste intrattengono con i territori su cui insistono; azioni integrate e trasversali a supporto della resilienza, dell’innovazione human centered e della completa doppia transizione digitale e ambientale.
Riferimenti:
Molinari, Maurizio (2023). Mediterraneo Conteso. Rizzoli, Milano.
Commissione Europea, Sostenibilità e benessere dei cittadini come fulcro dell’autonomia strategica aperta dell’Europa https://commission.europa.eu/document/f8f67d33-194c-4c89-a4a6-795980a1dabd_en
Programma Nazionale della Ricerca 2021-2027 https://www.mur.gov.it/sites/default/files/2021-01/Pnr2021-27.pdf
Patrizia Ranzo (Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli)