I grandi eventi dell’ultimo quadriennio hanno senz’altro accelerato molti cambiamenti in atto, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche, e soprattutto, sociale. Il trasferimento della conoscenza ha un ruolo decisivo nella competizione globale ed in particolar modo ciò avviene per il comparto del Made in Italy che riveste un ruolo strategico per il nostro paese. Attraverso una visione avanzata della formazione è possibile rispondere a tali cambiamenti, imprimendo loro una direzione consapevole e forte, aumentando la resilienza complessiva del sistema.
Il piano strategico di azione triennale del cluster, nel suo più recente aggiornamento, si rivolge alla formazione con un duplice sguardo, rivolto l’uno al trasferimento tecnologico e della conoscenza, e l’altro, più specifico, rivolto al supporto alla qualificazione del capitale umano. Il primo aspetto è strettamente connesso all’obiettivo strategico di facilitare, attraverso la ricerca ed il trasferimento sia tecnologico che di valori intangibili alle imprese, i processi di innovazione e l’accesso a bandi competitivi; un obiettivo di grande rilevanza rispetto al carattere fluttuante dell’economia contemporanea e alla necessità di individuare sempre nuove visioni entro le quali inquadrare i programmi di sviluppo imprenditoriali ed anticipare le domande provenienti dal mercato. In un sistema connesso, come quello del Made in Italy, con le sue reti e filiere lunghe, Il trasferimento della conoscenza (ovvero il valore intangibile rappresentato dalla competenza, dai saperi, dalla capacità di visione, dalla progettualità), ha lo stesso peso, se non maggiore, rispetto al trasferimento tecnologico, in relazione al fatto che la catena di valore relativa alla tangibilità è più esposta alla concorrenza dei paesi emergenti. Questo è particolarmente importante in relazione alla necessità di rendere sempre più resiliente il sistema complessivo su cui si fonda il Made in Italy, rispettando la reale natura e le ragioni del suo successo internazionale.
Il secondo aspetto che attiene in modo specifico alla formazione del capitale umano ed alla sua valorizzazione, ha l’obiettivo principale di accompagnare le imprese in percorsi di formazione avanzati in collaborazione con i territori ed i centri di innovazione. Entrambi gli obiettivi descritti rappresentano aspetti complementari che puntano nella direzione della massima valorizzazione degli attori del Cluster Made in Italy: le imprese, il capitale umano, i territori e le loro specifiche identità valoriali.
E’ importante partire non solo da realtà formative esistenti e da prassi consolidate di trasferimento della conoscenza, ma proporre, sulla base del confronto continuo, percorsi innovativi modellati sulle reali esigenze delle aziende. Le università in tal senso hanno l’obbligo di instaurare un dialogo continuo, creando un ambiente connesso in termini di risorse, condivisione e consapevolezza.
In questa direzione si muove la recente iniziativa del Dottorato di interesse nazionale in “Design per il Made in Italy: identità, innovazione e sostenibilità” promosso da 15 università italiane, tra cui molte aderenti al cluster stesso e con personalità esterne di spicco aderenti al collegio. Collegandosi al PNRR e attuando Il DM 226 del 13 gennaio 2022 che regolamenta in modo nuovo la costituzione e il funzionamento dei corsi di Dottorato di Ricerca, si riferisce in modo esplicito alle scelte di policy europea in materia di formazione dottorale, unendo più soggetti, infrastrutture di ricerca e imprese, realizzando di fatto un vero ecosistema della innovazione e della conoscenza. L’obiettivo principale e dichiarato è la formazione del research manager, ovvero proprio quella figura che rappresenta l’anello che collega il mondo della ricerca a quello delle aziende, capace di trasferire conoscenze, innovazioni, ma anche visoni capaci di anticipare i cambiamenti. Cinque i curricula previsti:
- Design per l’Inclusione
- Innovazione sostenibile di prodotti, servizi e processi per il Made in Italy
- Made in Italy e transizione tecnologica e digitale;
- Made in Italy: manifattura e nuovi modelli economici e di business
- Patrimoni culturali del Made in Italy
La sfida su cui si fonda questa iniziativa, con il supporto del Cluster, è che essa possa diventare un modello per l’innovazione continua e aperta nella formazione avanzata e collaborativa, capace di interagire fortemente con i territori e le diverse realtà produttive, rafforzandone l’identità italiana ed i suoi patrimoni culturali.
Patrizia Ranzo (Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli)