Analizzare il posizionamento delle imprese per mettere a sistema l’impegno profuso in questi anni, con l’obiettivo di guidare al meglio delle possibilità il processo di transizione green. È questo il punto di partenza del percorso intrapreso da FederlegnoArredo per affrontare la sfida della sostenibilità, che ha trovato una prima sintesi nella survey “Legno-arredo italiano nella transizione ecologica”, fotografia del settore realizzata in collaborazione con la fondazione Symbola e presentata nel corso dell’assemblea annuale della Federazione.
I dati restituiscono l’istantanea di una filiera che, in un’ottica di economia circolare, è già tra le più avanzate in Europa, fregiandosi di comportamenti virtuosi, ma non sempre sistematizzati. Mappare i percorsi avviati dalle imprese, dalla catena di approvvigionamento ai processi produttivi, dalla progettazione al fine vita dei prodotti, è il primo passo per tracciare la road map del settore verso la transizione ecologica e trasformare le sfide ambientali in opportunità di crescita.
La sostenibilità risulta già oggi al centro della filiera legno-arredo. L’industria italiana del legno arredo è prima in Europa in economia circolare: il 93% dei pannelli truciolari prodotti in Italia è fatto di legno riciclato. Seguono Belgio con l’84%, Danimarca 60%, Germania 59%, Francia 50%. Produce meno emissioni climalteranti degli altri grandi Paesi Ue: 26 kg di CO2 equivalenti ogni mille euro di produzione, a fronte dei 43 della Germania, dei 49 francesi, degli 79 britannici e degli oltre 200 spagnoli.
In questo epocale percorso di trasformazione si deve e si può fare molto di più, espandendo le prassi virtuose a tutti gli attori, specialmente i più piccoli. In questo lavoro di accompagnamento è fondamentale il supporto delle federazioni di categoria, e FederlegnoArredo ha iniziato un lavoro di analisi e condivisione, che ha portato alla realizzazione di un decalogo con dieci obiettivi che la filiera deve perseguire. Nel 2022 verranno poi esplicitate e articolate le macro azioni da intraprendere e gli indicatori di avanzamento, con cui monitorare il percorso in atto.
Attenzione al ciclo di vita dei prodotti, con l’obiettivo di allungarne la durata e conseguentemente la sostenibilità; valorizzazione delle materie prime sostenibili; approccio progettuale esteso al sistema produttivo e all’ecodesign; recupero di materia ed energia, con riferimento sia all’attività produttiva vera e propria che ai prodotti stessi ed estensione delle certificazioni intese come spinta verso la sostenibilità. Sono questi i punti chiave lungo i quali si snoda la survey realizzata su un campione rappresentativo di tutte le componenti della filiera, da monte a valle, ovvero dalla materia prima al prodotto finito.
Dai risultati si evince prima di tutto che il 67% delle aziende usa materiali o semilavorati realizzati con materiali riciclati, una su quattro in percentuale superiore al 25%. L’81% delle aziende utilizza legno prodotto in modo sostenibile, quota che sale all’89% se si considerano le aziende del legno.
Per quanto riguarda la fase di progettazione – che contribuisce a stabilire fino all’80% degli impatti ambientali nel ciclo di vita del prodotto – si evidenzia che circa il 50% delle imprese considera fondamentale la riduzione degli imballaggi, la riciclabilità dei prodotti e l’efficienza energetica, mentre un terzo considera nella medesima fase criteri tipici dell’economia circolare quali riparabilità e riuso. Sul fronte dei processi produttivi, il 64% delle imprese ha implementato interventi di efficientamento, due terzi dei quali hanno portato a una riduzione degli scarti di produzione, e più della metà delle aziende interpellate afferma di riutilizzare gli scarti interni o esterni. Il 44% ha attivato, negli ultimi tre anni, meccanismi di riduzione dei consumi idrici, incluso il riutilizzo delle acque di processo. In tema di certificazioni, il 60% delle aziende possiede la ISO9001, seguite dalle certificazioni FSC, PEFC e ISO1401. Il 60% delle aziende si approvvigiona inoltre da fonti energetiche rinnovabili e il 40% arriva a coprire almeno la metà del proprio fabbisogno con energia rinnovabile. Il 56% delle imprese dichiara anche di scegliere i fornitori attraverso criteri di valutazione che tengono conto degli aspetti ambientali, e il 74% delle aziende si approvvigiona, almeno in parte, di materie prime locali, in un’ottica di filiera corta.
La grande partecipazione conferma quanto la sostenibilità a 360 gradi sia percepita come fattore decisivo. Non solo come scelta valoriale che ben si inserisce nei desiderata dei consumatori, ma come visione che rappresenta anche un importante volano competitivo in un contesto internazionale.
FederlegnoArredo.