Un primo documento di lavoro proposto e condiviso con il Comitato Scientifico e della Formazione mette a fuoco il ruolo specifico, la relazione con il Comitato di Gestione e Coordinamento, l’ipotesi di una direzione strategica e condivisa.
- Cluster MINIT e ruolo del CSF
Il Cluster intende sviluppare e valorizzare le eccellenze scientifiche, tecnologiche, imprenditoriali e culturali dei settori appartenenti alle aree del Design, della Creatività e del Made in Italy presenti sul territorio nazionale, nonché incentivare la nascita e lo sviluppo di nuove imprese (PMI, imprese artigiane e startup), promuovendo sinergie tra l’Industria, gli Enti di Ricerca e la Pubblica Amministrazione per il trasferimento di best practice e tecnologie, l’attrazione e la formazione di personale tecnico e di ricerca di elevata qualità e il rafforzamento di reti di collaborazione nazionali ed internazionali.
Il ruolo del CSF è consultivo ma strategico, in quanto formula proposte in merito a iniziative, esprime parere sui progetti, valuta i risultati, supporta il CGC nella definizione e aggiornamento delle strategie di sviluppo tecnologico, delle priorità di innovazione e nel coordinamento delle attività operative sui temi tecnologici, sia all’interno (attività di roadmapping tecnologico) sia all’esterno (relazioni tecnico-scientifiche a livello nazionale ed internazionale).
- Identità interna ed esterna
Per il Made in Italy – che identifichiamo con i sistemi del design, della moda (tessile e abbigliamento, cuoio e calzature, conciario, accessori in pelle e altri materiali, occhialeria, oreficeria), del legno-mobile-arredo-casa-interni (inclusi nautica e mezzi di trasporto), dei settori agroalimentare e meccanica e dell’artigianato artistico –risulta identitario il riconoscimento dei driver caratterizzanti del design e della creatività, quali
fattori trasversali-orizzontali in grado di contribuire a determinare, per prodotti sistemi-servizi, la “sintesi” formale, funzionale e di significato fra i differenti elementi che contribuiscono ai processi di innovazione, costruzione di valore materiale e immateriale, compresa la capacità di affermazione economica.
Una “sintesi” capace di praticare diversi tipi di innovazione (tecnologica, tipologica, funzionale, “di significato”, di mercato, di modello di business…), cui concorrono, all’interno di un team work, differenti e specifiche competenze, da quelle imprenditoriali a manageriali, dalle gestionali alle tecnologiche a quelle legate al “saper fare” tradizionale e industriale.
La riconoscibilità e il successo del Made in Italy si legano alla dimensione del progetto, sia nella “traduzione-configurazione-estetica” materiale che nei contenuti “immateriali”, dagli immaginari simbolici alla componente estetico-percettiva all’Italian way of life.
Una identità chiara permette di orientare le direzioni di ricerca e progettualità, la possibilità di appropriato rapportarsi con gli altri Cluster nazionali o territoriali, di interloquire con i policy makers e le istituzioni nazionali e internazionali, di comunicare con efficacia.
- La messa a fuoco del Piano strategico Triennale
Il maggio scorso il MUR ha approvato il Piano Strategico triennale elaborato dal Cluster,
rispetto al quale è ora necessario la focalizzazione su temi e azioni prioritari e praticabili, a cominciare dagli ambiti di presidio e monitoraggio continuativo relativi a networking e matching: mappatura del potenziale di ricerca e sperimentazione innovativa (soggetti/casi/asset proprietari e risorse potenziali); valorizzazione del potenziale come incontro tra domanda ed offerta; sviluppo di linee di ricerca che favoriscano la collaborazione intra e inter Cluster.
Un altro ambito e spazio di intervento riguarda le possibilità legate alla formazione, anche rivolta alle realtà economiche e istituzionali, lungo due filoni di monitoraggio continuativo: analisi e valutazione della domanda e dell’offerta; attivazione di iniziative formative.
Il Piano pluriennale ha identificato quali assets prioritari per il Made in Italy, la Capacità Creativa, riferita al sistema di competenze, metodologie, skill, asset e infrastrutture strategici per progettare e sviluppare prodotti e servizi; i Materiali e i Processi, manifatturieri e non, hard e soft, strategici ed operativi; la dimensione Immateriale, cioè gli asset organizzativi, integrati e fruibili in forma di knowledge base.
Nella fase di transizione della governance del Cluster sono stati avviati Tavoli Tematici le cui attività devono
raccordarsi con la visione strategica e sistemica nel Piano pluriennale, ad esempio costruendo le condizioni di una progettualità operativa e sostenibile muovendo da specifici obiettivi ed esiti finali.
- Ripartire dalle azioni
All’interno delle condizioni di riferimento indicate, possono essere attivate azioni-prerequisito volte a consolidare l’identità del Cluster MINIT e definirne il ruolo strategico.
Il Cluster può mettere a sistema gli attori: le università che operano su questo campo, i cluster Regionali, i centri distrettuali, gli enti di ricerca specializzate, le fiere di settore etc.
Il Cluster può predisporre concreti strumenti per il censimento dei bisogni di ricerca delle imprese e delle proposte e relativa mappatura degli enti di ricerca, ma anche dei bandi Regionali, Nazionali, UE; per il crossing di domanda-offerta per gruppi coesi su bandi e possibili finanziamenti, in una logica di open innovation, trasparente e pubblica.
Il CSF, nella collaborazione di tutte le componenti rappresentate, intende avviare attività allo scopo di fornire un imprescindibile contributo alla progettazione delle dimensioni scientifico-culturale, strategica e registica del Cluster MINIT e alla sua appropriata collocazioni fra i protagonisti del rilancio integrale e integrato del Sistema del Made in Italy.
Alberto Bassi (Università Iuav di Venezia)
presidente del Comitato Scientifico e della Formazione.